Penso con rabbia a tutti quei genitori (madri o padri che siano) che tornano al proprio paese d’origine portando con sé il figlio -o i figli- avuto -o avuti- in Italia, senza un effettivo problema alle spalle.
E’ un fenomeno che mi fa paura, perché è sempre più in crescita, proprio per il grande numero di relazioni tra persone di nazionalità diverse. Ho visto padri disperarsi, per anni, perché l’ex compagnia è fuggita nella propria terra e loro non hanno più visto il proprio figlio. Mi sono sentita impotente, davanti a questi padri, perché anche allorquando si arriva ad un provvedimento favorevole di un Tribunale Italiano, ci si scontra contro il dato, oggettivo, che la donna è ormai lontana e spesso, irreperibile, anche alle Forze di Polizia.
Penso con rabbia a quelle madri che ho sentito con le mie orecchie dire che “tanto il bimbo è della mamma” o usare il figlio come pura merce di scambio o di ricatto.
Penso con delusione, anche, a quei magistrati che, sbagliando come tutti purtroppo, anche per l’immenso numero di vicende che si trovano a decidere, hanno autorizzato qualcuno ad andarsene perché “tanto tornerà” o non hanno fermato chi è tornato qui, un’irrisoria volta ancora, senza il figlio.
O che si sono detti “incompetenti” perché “il bimbo non è più in Italia” lasciando passare due anni prima di emettere una simile ordinanza.
Penso con tanta, tanta tristezza, a quei bambini che cresceranno senza il papà (o la mamma), quasi sicuramente senza neppure immaginare gli sforzi che questi o questa ha fatto per provare a stare loro vicino.
Abbiamo finalmente una Legge (l. 219/2012) che sancisce il diritto per ogni bambino, anche se figlio naturale, di intrattenere rapporti significativi con entrambi i genitori (e con i parenti! Perché ci sono anche i nonni!!!), ma non abbiamo -spesso, purtroppo- genitori consapevoli dell’importanza, per il figlio, di godere di questo diritto. O che, comunque, di questo diritto se ne fregano, calpestandolo a proprio piacimento.
Però: il Legislatore ha provveduto, ripeto, mettendo nero su bianco questo fondamentale diritto dell’infanzia, il Tribunale ordinario è stato investito di ampli poteri ora, con -mi auguro- forte snellimento e velocizzazione per queste pratiche (in effetti ho già avuto occasione di verificare la differenza di trattamento, anche in termini temporali, riservato alla stessa vicenda dal Tribunale ordinario rispetto al Tribunale per i minorenni), l’Autorità Centrale Convenzionata del Ministero della Giustizia è attenta e puntualissima (hanno risposto a mie e-mails o fax in un paio di giorni massimo..grazie!) per cui sono fiduciosa.
Che dalla rabbia, e dalle nuove disposizioni in materia, nasca tanta tanta voglia di fare?!