Auspico che il D.L. 93/2013, che ha introdotto l’arresto obbligatorio in flagranza anche per i delitti di maltrattamenti e stalking, nonché la possibilità per gli Ufficiali e gli Agenti di Polizia Giudiziaria di disporre l’allontanamento urgente dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente dalla persona offesa, possa effettivamente costituire un deterrente per le troppe violenze che ancora imperano, anche in ambito domestico.
Mi auguro davvero che le donne e gli uomini che subiscono violenza trovino conforto e coraggio in questa nuova normativa che fornisce -finalmente- effettivi ed immediati rimedi (arresto ed allontanamento).
Spero poi, da avvocato, che i miei colleghi, pur rimanendo certo fedeli al loro obbligo di difesa, sappiano consigliare ai propri assistiti, quando si trovino a difendere chi è accusato di avere usato violenza, anche in ambito domestico (ove ovviamente ritengano che sussistano effettivamente indizi in tal senso), di seguire percorsi adeguati, dal momento che -di nuovo: finalmente!- ve ne sono.
Penso al centro “Liberiamoci dalla violenza”, primo centro di tal genere in Italia, nato a Modena proprio per recuperare il violento o ai centri di recupero per quelle patologie che-ahimè-spingono alla violenza (tossicodipendenza, alcool dipendenza ecc..).
Quando mi sono trovata a difendere chi era incolpato di avere “massacrato” la moglie, tanto più davanti ai figli, la prima cosa che ho pensato, nell’interesse di tutta la famiglia, è stata quella di spingere l’accusato a seguire più percorsi terapeutici ed a portarmi le varie relazioni.
Con la “scusa e non scusa” di mostrare al Giudice il percorso di recupero intrapreso, al fine di avanzare istanze di modifica della misura cautelare adottata o, comunque, di predisporre una adeguata difesa.
Per ora, ha funzionato.