Davanti all’ingiustizia.

Feb 14, 2025

“A Smita sembrava tutto lontanissimo, ovattatato, come se si trovasse in fondo ad un pozzo e le voci le arrivassero da grande distanza. Aveva un rombo nelle orecchie che sovrastava tutto il resto.

Era cominciato nel momento in cui aveva sentito quelle due parole: “Non colpevoli”.

Il Giudice stava pronunciando altre parole, un’espressione impassibile sul viso ordinario incorniciato dagli occhiali, ma erano sconclusionate, senza un ordine apparente. Smita udì le urla, poi le esclamazioni di giubilo, ma non aveva la forza di girare la testa. Stava ancora cercando di dare un senso a quelle due parole -Non colpevoli-, di smontarle e rimontarle perchè formassero la parola: Giustizia.

Giustizia.

Che bella parola.

Desueta.

E poi, finalmente, il Giudice smise di parlare, e Smisa riemerse dal pozzo buio nella luce accecante della realtà. Vide Meena, accasciata su stessa. Vide Anjali, sul viso un’espressione in cui si mescolavano rabbia, disgusto e delusione. Vide Mohan, a bocca aperta come se anche lui stesse cercando di raddrizzare un universo capovolto.

Le urla provenivano da dietro di lei. Erano i fratelli di Meena e diversi altri uomini che li avevano accompagnati. Anjali riconobbe lo slogan prima di Smita, e imprecò sottovoce. Poi lo udì anche lei: “Jai Hind, Jai Hind”. Lunga vita all’India. In bocca a quegli animali, uno slogan patriottico si era trasformato di colpo in un coro di scherno.

“Vostro onore!” urlò Anjali. “E’ inaccettabile. Gli imputati devono…”

“Quali imputati?” gridò Rupal di rimando. “Sono uomini liberi, falsamente accusati da queste puttane”.

“Ordine! Ordine!”, sbraitò il Giudce. Si rivolse al poliziotto in piedi alla sua destra. “Faccia uscire questa gente. Il prossimo, Caso numero 21630”.

Era tutto finito. Uscirono da Tribunale, con Meena aggrappata a Smita con tale forza da farle temere che avrebbe perso l’equilibrio.

Quando riemerserop alla luce del sole Smita ebbe la sensazione che le si fosse aperta una voragine nel petto. Si girò disperata verso Anjali. Bastò un’occhiata all’espressione distrutta dell’avvocata a farle rimpiangere lo sfogo di poco prima. Si rese conto di quanto dovesse esserle costato anche solo accusare i fratelli. (…)

Il Canto dei cuori ribelli, Libreria Pienogiorno, Thrity Umrigar