L’ho rubato a mio marito questo libro. Glielo avevo regalato io a Natale, incuriosita da quel titolo che parla di un chirurgo e lui chirurgo é.
Credevo che non lo avesse letto, che fosse rimasto in casa abbandonato come il classico regalo di Natale e allora l’ho iniziato perché volevo scoprire chi era, questo Enzo Piccinini e perché gli avevano dedicato un libro.
Di lui fino a pochi giorni fa sapevo solo che era tra i fondatori della scuola Carovana di Modena, perché lo avevo letto anni fa in un piccolo libro per bambini che avevano regalato ai miei figli.
Comunque, com’è o come non è (che poi certe cose arrivano perché doveva andare così) mi sono trovata catapultata nell’entusiasmo travolgente di questo Medico, che non si è mai stancato di apprendere sempre di più, di studiare, di imparare dagli altri, anche dai più giovani e di ascoltare.
Mi ha colpito scoprire che è stato in grado di creare una squadra di professionisti ai quali generosamente passava il proprio sapere, la propria sollecitudine ed i propri contatti, ma dai quali anche era desideroso di apprendere, in un proficuo e serrato scambio e in condivisione.
Per non sedersi, in modo da ricercare sempre la soluzione migliore per il paziente e la sua famiglia.
Piccinini era empatico, stava proprio con il paziente, lo “accompagnava” e questo mi è sembrato incredibile.
È una di quelle storie che fanno pensare, che ti spronano, come chiedeva lui “a mettere il cuore in quello che si fa”.
Chirurgo o no.
Avvocato, anche.